Ecco un sintetico «Manifesto della cucina biodiversa», tratto dal libro di Chiara Spadaro «Vademecum per la biodiversità quotidiana» (Altreconomia, 2013), per riconoscere quei locali che mettono al centro l’«agri-cultura». O, più semplicemente, per orientare le nostre scelte di cuochi domestici.
1. Contare, ovvero: accorciare le distanze Quanti passi, pedalate, spinte sull’acceleratore, onde o nuvole ci separano dal campo dove è stato coltivato quel che troviamo nel piatto? Preferiamo le cucine che accorciano queste distanze, scegliendo prodotti locali e da filiera corta. Non c’è solo da guadagnarci in freschezza e qualità dei prodotti; anche l’ambiente ringrazia se investiamo nel “capitale delle relazioni” instaurando uno scambio diretto con i produttori del territorio. Leggi tu
tto... (Fonte: corriere.it)
1. Contare, ovvero: accorciare le distanze Quanti passi, pedalate, spinte sull’acceleratore, onde o nuvole ci separano dal campo dove è stato coltivato quel che troviamo nel piatto? Preferiamo le cucine che accorciano queste distanze, scegliendo prodotti locali e da filiera corta. Non c’è solo da guadagnarci in freschezza e qualità dei prodotti; anche l’ambiente ringrazia se investiamo nel “capitale delle relazioni” instaurando uno scambio diretto con i produttori del territorio. Leggi tu
tto... (Fonte: corriere.it)
Nessun commento:
Posta un commento